Segnalazione Romanzo Storico di Fabio Maiano e "Le Lunghe ali de lo Messer Santo Marco"




Vi segnalo il romanzo storico di Fabio Maiano intitolato "Le lunghe ali de lo Messer Santo Marco". 
Lo scrittore nasce a Treviso nel 1965. Dopo studi di indirizzo scientifico inizia a lavorare per una grande società assicuratrice. Tra le varie sedi di lavoro per questa Compagnia vi è Venezia, e la passione per la storia si fonde con l'amore per la città lagunare. 
Complice un gioco di ruolo e una musa ispiratrice crea, quasi per gioco, un romanzo che è un po' giallo, un po' una storia personale, un po' un quadro della Venezia del Cinquecento, colorato come un Veronese e ombreggiato come un Caravaggio. Gli stessi protagonisti animano il secondo della saga. 
Attualmente lavora come lifeguard nel litorale veneziano. Ecco alcuni estratti:

Estratto descrittivo


"E' troppo rischioso, ci scoprirebbero e mi farebbero tornare indietro. Io non voglio tornare in quella città malsana e marcia che mi ha visto nascere ma che non mi manca affatto.” Mentiva. Gli mancavano le velate albe che dipingevano di rosa i merletti di palazzo ducale, gli mancava l'aria di un virginale color perla, e quei tramonti ardenti di porpora che infuocavano le cupole e i campanili dai tetti d'oro. Rosso ed oro, i colori del gonfalone di San Marco. Rosso ed oro, ali ed artigli. Gli mancavano quei colori. E gli mancava quel confine ambiguo tra acqua e terra che cambiava ogni sei ore e quei due toni celesti – o celestiali – di cielo e mare che si confondevano tra loro in infinite tonalità di azzurri. 
Là, oltre la Manica, solo la nebbia era la stessa di Venezia. Non c'era la battigia delle barene, terra liquida increspata da onde e insieme acqua solida dove l'erba e le alghe convivevano, non c'era la marea dolce che lava le calli: nelle sempre più corte giornate di fine autunno con il sole così basso da far sembrare tutto il giorno un eterno tramonto c'era soltanto una divisione netta: bianche scogliere a strapiombo su un mare che ruggiva cattivo, maree così spudoratamente esagerate che trasformavano penisole in isole... bianco-nero caldo-freddo buono-cattivo...

Estratto "filosofico"

“Da noi a Venezia i processi dell'Inquisizione sono sempre sorvegliati da un magistrato laico. E le leggi rispettano sì la religione, ma sono leggi terrene, laiche. Potevate recarvi a Venezia invece di rinchiudervi in questo paese.” “Attento Falier: l'assenza di religione può divenire essa stessa una religione, e senza la teoria del perdono divino. I roghi cambierebbero motivazione ma esisterebbero sempre. La maggioranza degli uomini è crudele, come dicevo, crudele e propensa a essere schiava.” “Propensa a essere schiava?” “Abolite le immagini sacre e gli oggetti di lusso i maestri orafi si sono adattati a costruire orologi sempre più belli e perfetti. Calvino ha salvato la gente dalla superstizione dei crocefissi e dalla smania per i gioielli gettandoli nella schiavitù del motto il tempo è denaro. Sapeste quanta gente è sempre china a guardare i propri orologi perché devono impiegare il tempo a guadagnare! E la scusa? Sempre la maggior gloria di Dio." "Già, messer Dunant. Sono tempi troppo poveri di princìpi e in cui conta solo il risultato, meglio se raggiunto velocemente. Questo mondo viaggia troppo in fretta."

Estratto "d'azione"

"L'uomo inarcò la schiena e sbarrò gli occhi dal dolore alla spalla. Sentì anche qualcosa che lo pungeva tra le costole appena sopra il fegato: la mano destra di Falier nascosta tra i due corpi brandiva il pugnale e premeva sulla gabbia toracica. Non fece resistenza, Falier sorridendo e sbraitando come se avesse ritrovato un vecchio conoscente lo accompagnò fuori. All'esterno il tono cambiò: un angolo riparato dalla vista dei passanti fu l'appoggio poco comodo dove Falier lo spinse. "Sir... Non vi conosco, cosa volete da me?" chiese in inglese. "Scolta ben! Non fare la commedia, quella è dentro! - Falier gli appoggiò il pugnale sotto lo sterno - tu sei il vescovo che mi aveva fermato al molo di San Marco con quel birignao sulle indagini su una morta!" "Io non... io vengo dal Warwickshire...San Marco? cos'è?" "Vuoi che ti apra in due come una vongola, marrano? Tu sai bene di cosa sto parlando! Chi ti manda? Cicogna? Barbaro? Faccio presto sai ad aprirti il petto. Pochi pollici e zac! Una bella fontana di sangue... Chi sei? Chi ti manda?" Una leggera pressione sul plesso solare gli fece sciogliere la lingua. "Come state Messer Falier? Avete fatto buon viaggio?" Chiese con britannica quanto inopportuna creanza. Falier fece uno sforzo immane per non infilargli il pugnale su per lo sterno. "Ascolta bastardo: non credo che ti interessi né se era buono né se era cattivo. Chi sei? chi ti manda? Perché parlottavi con Marlowe?"

Sinossi


16 novembre 1591 Fabio Falier, patrizio veneto, inizia un viaggio per sfuggire a una vita di successo pur di non scendere a compromessi con la sua coscienza. Non è da solo, e insieme a Lei è intenzionato a trovare l'Altrove e là crearsi un mondo tutto loro. Sul fatto che lui voglia rinunciare al successo e al prestigio c'è più di qualcuno a cui non va: molti lo cercano con buone intenzioni, altri con pessime mire. Una caccia inizia a svilupparsi nello scenario turbolento di fine '500, caccia che percorrerà mezza Europa. La coppia in fuga conoscerà molti luoghi, tante persone, ma il Destino provvederà a sconvolgere i piani di tutti.





Autore: Fabio Maiano
Titolo: "Le Lunghe ali de lo Messer Santo Marco"
Pagine: 261
Uscita: 17 dicembre 2018


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