Recensione del romanzo "Il giorno di cui non si parla" di Nikita Placco


Recensione del romanzo "Il giorno di cui non si parla" di Nikita Placco.


A cura di Valentina Barillari

Ognuno di noi ha il giorno di cui non parla. Non necessariamente il più importante della propria vita, ma quello che ne segna per sempre il cambiamento. Il giorno di cui tutti sanno ma di cui nessuno parla. 

Ogni famiglia ha un segreto indicibile, una bomba ad orologeria che prima o poi esploderà. 

Ne “II giorno di cui non si parla”, romanzo di Nikita Placco, questi due elementi coincidono, segnando così l’esistenza di Rodolfo, uomo affascinante e scrittore in erba. 

Rodolfo è un viveur, un incantatore di donne oltre che un grande letterato. La sua vita sentimentale è divisa tra due donne: Carla, la tranquillità della donna matura che non può dargli un figlio, e Olivia, la passione, il fiume in piena, l’amore travolgente di tutta una vita che però aspetta un figlio da un altro. 

Nello struggersi sulla scelta tra le due donne, e tra i due relativi destini che ne deriveranno (rinunciare per sempre all’essere padre, o essere padre di un figlio non suo), Rodolfo interiorizza i dolori infantili, l’assenza dell’affetto materno, il rapporto forte e al tempo stesso conflittuale con il fratello, così diverso da lui. Il fratello che ha saputo creare una famiglia, che ha dato forma alla sua vita.E Rodolfo che invece dà forma alle vite degli altri attraverso i suoi romanzi. 

Un giorno Rodolfo scoprirà il segreto inconfessabile della sua famiglia, il giorno di cui sua madre non ha mai parlato, il motivo per cui l’ha sempre accusato di vampirizzarla, di toglierle, l’ossigeno, di assorbirle la linfa vitale. 

Scoperto il segreto familiare, Rodolfo avrà un exploit creativo. Il suo romanzo, che probabilmente gli varrà il premio Strega, prende forma, in un melting pot continuo tra realtà e finzione, biografia e immaginazione. Attraverso la sua opera riesce a dare vita al feto nato morto della sua gemella, a crearle un posto nel modo, quel posto che il destino le aveva negato. 

Proprio durante la stesura del suo romanzo, Rodolfo continua a cercare una soluzione al suo dilemma sentimentale, e ancora una volta sarà un giorno di cui non si parla che sceglierà il finale della sua vita. 

Romanzo appassionante, scrittura lucida, trama travolgente. 

Nikita Placco attraverso questa storia lancia un messaggio sul destino umano, ineluttabile e su cui non abbiamo potere, a conferma della dottrina di Epicuro secondo cui tutto è frutto del caso , non esiste nessun ordinamento prestabilito e immutabile al mondo. 

Emblematico il metaromanzo che fa parte dell’opera, ovvero il capolavoro di Rodolfo, che serve al protagonista per liberasi dal suo tormento interiore, per dare una vita alla sorella a cui la vita è stat negata. Attraverso la scrittura Rodolfo può espiare la sua colpa, riappacificarsi con la sua famiglia, emanciparsi dal tormento interiore che l’ha sempre pervaso, come una spada di Damocle, anche quando era ignaro del segreto familiare. Come se questo segreto fosse insito in lui, un peccato originale da cui liberasi anche quando era ancora ignaro del suo stesso peccato. 

“A volte, l’unico modo per uscire definitivamente da una famiglia e liberarsi dalle sue dinamiche malate, è entrarci dentro fino in fondo. Devi inginocchiarti ai piedi de tuo albero, scavare la terra con le mani, sporcandotele di erbe e malerba, fino a estirpare le tue radici, separandole da quelle del tronco da cui vieni. Devi tenere solo ciò che è realmente tuo, recidendolo da ciò che non lo è mai stato, e la parte di clorofilla buona che può irrorare il tuo fiore altrove. Puoi graffiarti, ferirti, può essere molto doloroso, oltre sgradevole, ma è anche l’unico modo per salvarsi.” 

Direbbe Tostoj: “tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famigli infelice è invece disgraziata a modo suo”. Nikita Placco va addirittura oltre a questo pensiero, sostenendo che ogni famiglia estirpa le sue colpe a modo suo. 

Importante poi sottolineare il ruolo liberatorio della scrittura, che aiuta il protagonista trasferire i propri turbamenti nelle vite dei protagonisti, in un atto catartico in cui la creatività diventa terapia del dolore, tanto che il romanzo scritto da Rodolfo è parte integrante dell’opera, come, se fosse una sorta di confessione ed espiazione del segreto familiare

Sinossi


C’è nella vita di ciascuno di noi un giorno, uno solo, che ha cambiato per sempre il nostro sentire.Magari non il più importante, né il più decisivo, ma certamente quello dopo il quale – nelle profondità remote del nostro animo – abbiamo smesso di essere gli stessi.
È un giorno, di solito, a cui la nostra mente non torna e che il nostro cuore non rievoca mai nei propri battiti.
Senza che ci sia stato un accordo sul punto, nessuno intorno a noi vi fa riferimento, nemmeno per accidente.
Una miracolosa, tacita intesa fa sì che famigliari, amici, compagni, noi stessi, nessuno faccia mai neppure indirettamente cenno a quel disgraziato giorno.
Che pure è ben marchiato nella mente di ognuno.
Preferiamo tutti, istintivamente, fare finta di niente, comportarci come se non fosse successo nulla, come se quelle 24 ore non fossero mai avvenute.
Salvo che quello è il giorno che ha cambiato per sempre il corso della nostra esistenza.
Quello è semplicemente – e per tutti – il giorno di cui non si parla.
Ebbene, questa è la storia del mio “giorno di cui non si parla” o, meglio, del “giorno di cui non si parla” della mia vita.
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