Recensione del Romanzo "Anja la segretaria di Dostoevskij" di Giuseppe Manfridi


A cura di Manuela Moschin
Recensione scritta per ThrillerNord-Associazione Culturale

Umberto Eco disse: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria”. Leggendo il romanzo di Manfridi si ha la sensazione di rivivere proprio ai tempi di Dostoevskij.
È  la biografia del celebre scrittore che emerge dalle pagine di questo straordinario libro che ho amato.  Lui con i suoi tragici vissuti, gli acciacchi, le riflessioni, gli scatti d’ira e diciamo anche con il suo tè fumante citato più volte nel romanzo.
Con “Anja la segretaria di Dostoevskij” si ritorna indietro nel tempo avvolti da un’aura emotiva che travolge tutti i sensi estasiandoli. Si penetra nella vita dello scrittore tramite un’intensa partecipazione.
Anja è la protagonista. Lei è una ragazza intelligente che tramite il suo carattere mite ma determinato, ebbe un ruolo fondamentale nella vita dello scrittore. Il libro è dedicato a un particolare periodo della vita di Dostoevskij e precisamente quando scrisse il romanzo “Il giocatore”.
È curioso osservare che la stesura di un libro non comporta soltanto una grande abilità nella scrittura, ma scattano anche una serie di meccanismi che il più delle volte sono sconosciuti al lettore. In questo caso è l’editore Stellovskij che interviene mettendo come si suole dire il bastone tra le ruote perché pretese che il libro venisse terminato entro un mese pena la perdita di tutti i diritti sulle opere dell’autore:
”E la penale! – mugola tra sé, ma forse ad alta voce – Tutti i diritti di tutte le mie opere! Tutte! Per nove anni futuri e per tutti quelli passati. Questo vuol dire: più di me stesso, molto più di quello che sono. Più di tutta la mia vita!… Ma ci sarà una maniera per farcela! Un’idea! Qualcosa! Qualsiasi cosa!… Dovrà pure esserci un metodo!”. 
Ed ecco che apparve l’idea che sconvolgerà la sua vita! Lo scrittore chiese la collaborazione da parte di una delle migliori studentesse di una scuola dove si impartivano lezioni di stenografia.
Fu così che la giovane Anja entrò nella vita dell’ultracinquantenne Dostoevskij.
I momenti più belli raccontati nel libro sono stati proprio quelli avvenuti durante la composizione. Scrittore e stenografa entrarono in sintonia tra suggerimenti e ammonimenti:
“Quanto alla punteggiatura, allora siamo d’accordo… in prima istanza abbozzatela voi. Poi a suo tempo l’aggiusterò da me in considerazione dell’insieme”.  
Ho goduto queste seicento pagine di pura letteratura soffermandomi a rileggere alcuni passaggi:
”Si… sono l’autore, certo. – riprende Fëdor Michajlovič collegandosi al discorso precedente, cosa che la ragazza non si sarebbe più aspettata – Ma anche il lettore. Vi meraviglia?… – e scrolla lui per primo il capo a segnalare l’ovvietà della cosa – Chi scrive, lo fa per leggere ciò che scrive. Per leggere il proprio sogno”.
Malgrado il divario d’età la coppia visse una significativa storia d’amore attraverso un profondo legame basato su un rapporto di stima e di fiducia.
Cosa ho provato leggendo il libro? Ho avuto la sensazione di trovarmi accanto ad Anja e a Fëdor Michajlovič. Ho immaginato Anja intenta a scrivere e a trascrivere con tanta passione e a sistemare con una meticolosa cura i preziosi strumenti utilizzati per la scrittura, mentre Dostoevskij interveniva incitandola tra una battuta e l’altra:
”Forza, figliola, Forza!… Per quanto ne abbiamo ancora? Lei si dà fretta, ma ciò non vuol dire che si sbrighi. E stavolta non è dispetto, la sua è attenzione. Separa quanto ha appena scritto in caratteri stenografici dai fogli che recupera di dentro la cartella verde acquamarina. Non vuole confondere le cose tra loro. Certe parole con altre parole. Le già nate con le nasciture. Calligrafia con calligrafia. Se poi non bada a richiudere per bene le boccette rischia di fare un bel pasticcio con l’inchiostro.”
Termino con questa meravigliosa frase tratta da “Anja la segretaria di Dostoevskij”:
“Un buon libro, a saperlo interrogare, può offrirti tutte le risposte che cerchi”. 
Congratulazione Giuseppe Manfridi!
È stato piacevole leggerti!
Consiglio caldamente il tuo libro!
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